Confrontandomi con un po’ di amici ho iniziato a riflettere su una situazione abbastanza paradossale, che riguarda l’utilizzo di Myspace come vetrina per promuovere le proprie iniziative personali. Lo spunto nasce da un’osservazione di una mia amica, che si lamenta del fatto che la pagina su Myspace della sua agenzia di organizzazione eventi viene utilizzata dagli utenti come punto di riferimento per avere informazioni, che registra molto più traffico che il sito “ufficiale” e che la visibilità guadagnata su Myspace genera accessi al suo sito.
Myspace killed the radio star?
A parte i problemi specifici legati alla pagina della mia amica, in cui manca una vera call to action che possa spostare il traffico anche sul suo sito, ho notato che Myspace anche in molti altri casi finisce per essere un contenitore chiuso, da cui gli utenti, specie quelli registrati, tendenzialmente non escono. Questa circostanza è dovuta in parte alle caratteristiche tipiche del sito che è pensato per altri scopi, in parte alla mancanza di una coscienza sviluppata di come gestire gli spazi a disposizione nel modo più efficace e soprattutto a scegliere i canali appropriati.
Il nuovo paradigma
L’avvento di siti contenitore, social networking ecc. ha fatto emergere la possibilità/necessità di una diversificazione nella presenza online, rispetto agli obiettivi che si vogliono ottenere. Generare contatti, comunicare un brand, raccogliere dati e gestire il rapporto con gli utenti non sono più azioni che si svolgono con un unico sito: questo vale per le piccole entità economiche, ma anche per i più grandi, sempre alla ricerca di una maggiore visibilità sulla rete. In questo senso Myspace (in certi casi), e Facebook (soprattutto) sono dei terreni che non si possono lasciare incolti!
Diversificare la presenza in rete
Pianificare una strategia di diversificazione è quanto mai opportuno, per evitare di sprecare energie! Partendo da un’analisi dei propri obiettivi bisogna valutare se è più conveniente utilizzare i social network ecc. per convogliare i contatti in un unico punto, oppure portare avanti numerose attività parallele su canali diversi, lavorando sulla specificità di ciascuno di essi. In ogni caso non è una cosa facile, anche perché nei canali partecipativi ci sono delle regole da rispettare, e non si può sempre giocare in casa: fortunatamente però esistono i consulenti.