2009 – 3 approcci contro la crisi

Il 2008 non è stato il massimo, ma secondo il giudizio degli esperti gli effetti della crisi arriveranno nel 2009. Sperare in Obama non è una soluzione. Ecco alcune possibilità da prendere in considerazione:

1. Continuare a lavorare come sempre e far girare l’economia!
2. Prendersi un anno sabbatico e dedicarlo alla formazione. Meglio affrettarsi perché in giro si dice che i posti per i master in business economy stanno per finire.
3. Prendersi un anno sabbatico, e trasferirsi in Brasile o nel sud est asiatico fin che non finisci i soldi. Inutile stare a dannarsi se le cose non girano: se ne riparla nel 2010.

Il futuro sono aggregatori

Il futuro sono gli “aggregatori”. Aggregatori di Feed RSS, siti per social bookmarking, review sharing, ecc. sono gli strumenti centrali per sopravvivere di fronte alla crescita entusiasmante e dispersiva di contenuti, blog, siti e strumenti. Nell’era dell’internet “writable” (uno dei fattori principali che ha acuito il problema della complessità), il fatto che ciò che viene scritto possa essere anche letto e scoperto è piuttosto vitale… e i motori di ricerca, rispetto a determinati scopi risultano un po’ carenti.

In attesa del web semantico vero e proprio (inteso quello dove i computer imparano a capirci, e non solo a simulare un po’ di comportamenti cognitivi umani), bisogna arrangiarsi un po’ da soli, con gli strumenti che ci sono. In questo senso le tecnologie che ci sono non sono sufficienti per riuscire a costruire un filtro per riuscire a raccogliere e seguire tutti gli argomenti che ci interessano, o ad individuare in modo veloce le informazioni fondamentali quando cerchiamo di studiare un campo nuovo.

Per questo il lato umano è fondamentale. Gli un network di amici, se bene “educato”, unito ad alcune scelte “tecnologiche” condivise può essere una buona strada per soddisfare la necessità di organizzare l’attività di ricerca e organizzazione delle informazioni. Si potrebbe partire da qui:

  • Trovare molti amici che condividano con te gli stessi interessi, disposti a segnalarti cose che ti possono interessare, creando un vero e proprio social network di “esperti” che si consultano a vicenda
  • Convincerli ad utilizzare una piattaforma comune (una wiki, del.icio.us, yahoo answers, twine…)
  • E soprattutto diffondere una prassi comune nello scambio e nell’organizzazione delle informazioni, che deve diventare una sorta di missione collettiva

In effetti è vero…

Scndnno una rericca dlel’uinrivtesà di Cmbarigde, l’odrnie in cui le lettete di una praloa snoo srtitce non è irmtaotne, a ptato che la pmira e l’utmila leretta sanio al psoto gusito.

Achne se il rteso dlele ltetere può eserse talotnetme dsoritsndto, si resice cunumqoe a legegre sneza polbermi.

Quteso è dutovo al ftato che la metne unama non lgege le proale lerteta per lerteta, ma le precipecse cmoe dlele untià.

Creto che crogerge i rufesi è nioso, ma srivece sablitago è mloto più fitocaso!

Web 2.0 – che fatica!

Dopo un paio di settimane di vacanza i Sudafrica lontano dalla civiltà, e 3 settimane per riabituarmi al ritmo del lavoro (sarà civile questo?), sono riuscito finalmente a tornare a scrivere sul blog!

Cosa è successo nel frattempo?

Sabato scorso stavo finendo di controllare tutti i messaggi rimasti in coda, tra Mail, Facebook ecc, e finalmente, giunto a Twitter, ho visto il messaggio di Wolly, “iwordcamp ci siamo quasi” (devo ammettere che me ne ero dimenticato), così mi sono precipitato alla Triennale, e ho fatto in tempo a sentire l’intervento di Matt Mullenweg (e molti dei discorsi che si sono susseguiti nel pomeriggio), che sono stati molto utili per riprendere un po’ il filo.

Per saperne di più e vedere alcune interviste: iWordCamp 2008.

Venendo al punto, ecco le riflessioni della settimana…

Una delle cose che mi ha colpito di più di Matt è la visione “tutto si può migliorare, iniziando in prima persona a provarci”, uno dei punti chiave della cultura 2.0. Assieme all’idea del social networking, per cui se trovo altre persone con cui condividere desideri, conoscenze e sforzi, le cose si riescono a fare, questa attitudine ha prodotto una quantità notevole di innovazione, che si è tradotta in una enorme quantità di siti, servizi, tool, widget ecc., tutti con un fattore “evolutivo – beta” piuttosto elevato.

Questa molto contemporanea inquietudine esistenziale del web 2.0 è animata senza dubbio da ottime intenzioni, ma non produce sempre gli effetti sperati nel produrre “miglioramento”… e ha finito per creare una linea evolutiva che assomiglia a quella consumistica e competitiva dei software proprietari, in cui la competizione si gioca per lo più sulla battaglia delle features, e sulla stimolazione continua di bisogni nuovi. Spesso, infatti, gli strumenti che abbiamo, se usati in modo appropriato e preciso, sarebbero sufficienti per rispondere alle nostre necessità. 

Cogliere il miglioramento

La semplificazione (della vita), o meglio la gestione della complessità, è la sfida più importante della contemporaneità!

La maggior parte dei mondo del web 2.0 dichiara di tendere verso questo fine, ne è un esempio la retorica “1, 2 ,3 pronti via” delle introduzioni di molti siti, o gli screencast che mostrano quanto sia veloce e semplice costruire un database di informazioni consultabili via mobile su cui puoi salvare la lista della spesa, e consultarla quando sei al super con una semplice query via sms (esiste davvero)… ma non è più semplice scriversi la lista su un bigliettino?

Una delle cose che ho apprezzato di più del discorso di Matt, è stato il realismo e la prudenza rispetto alla questione dello sviluppo e dell’introduzione delle evoluzioni in WordPress, nonché l’attenzione ai feedback della comunità degli utilizzatori. L’idea di portare avanti in parallelo la creazione di funzionalità nuove per fare le cose, cercando di preservare e incrementare la semplicità di utilizzo, mi sembra quella giusta.

In ogni caso credo che per cogliere il “miglioramento” che possono produrre le tecnologie e gli strumenti nuovi, gli utenti dovrebbero maturare una maggiore consapevolezza dei mezzi esistenti, e cercare di diffonderla ai propri familiari, amici e colleghi perché la semplificazione è una conquista sociale!